domenica 28 agosto 2016

I luoghi sicuri in caso di terremoto (all'interno)

Proseguo il post precedente con la disamina di un argomento molto sensibile: dove è meglio soggiornare in caso di sciame sismico all'interno degli edifici. L'argomento è delicatissimo, con una premessa fondamentale: anche l'edificio più sicuro dal punto di vista sismico può essere fonte di pericolo per l'incolumità. Per questo è meglio trattare l'argomento su basi scientifiche dettagliate.
Tecnicamente, il rischio è la moltiplicazione di tre distinti fattori: PERICOLOSITÀ, VULNERABILITÀ ED ESPOSIZIONE.
Occorre quindi, per abbassare il rischio, ridurre uno o più di questi fattori.
Valutiamoli separatamente.
La PERICOLOSITÀ è un fattore legato sostanzialmente al sito in cui ci troviamo. È noto  infatti che la distribuzione geografica dei terremoti non è casuale ma è legata alla presenza di faglie, alle loro caratteristiche, al tipo di terreno e alla topografia. Questi elementi, valutati congiuntamente, identificano quanto è pericoloso il luogo. Non basta quindi la lettura della carta sismica per avere informazioni esaustive.
In ogni caso la pericolosità non è modificabile per cui nulla si può fare per mitigarla.

La VULNERABILITÀ consiste nella predisposizione della persona ad essere offesa o ferita. Va da se che stiamo parlando di interni, il primo elemento a cui riferirsi è la consistenza edilizia, sia in termini di qualità generale sia in termini di rispondenza a particolari requisiti di antisismicità. Se si abita o si lavora in una zona ad altissimo rischio sismico non è ammissibile, per nessuna ragione, non conoscere anche in modo sommario il grado di capacità sismica della struttura. Purtroppo questo aspetto è stato da troppo tempo ignorato generando una pericolosissima sottovalutazione del problema. Ciò è dovuto a due fattori: in primis, una verifica tecnica esaustiva è costosa; in secundis, incide l'aspetto psicologico per cui "meglio non sapere come stanno le cose". In verità un bravo ingegnere è in grado di valutare anche in modo speditivo lo stato strutturale di una casa, con forte approssimazione (meglio di niente) ma costi contenuti. La questione psicologica deve necessariamente essere scardinata perché si tratta della salvaguardia della vita. Anche la legislazione è drammaticamente carente, al limite del grottesco: oggi è obbligatorio certificare il consumo energetico mentre nulla è prescritto sul grado di sicurezza strutturale.
Per concludere, conoscere le condizioni della propria casa o del proprio ufficio vuol dire valutarne la vulnerabilità e conseguentemente agire: è forse il caso di pensare a qualche intervento di miglioramento strutturale? Forse per problemi economici non si riuscirà a raggiungere un grado di sicurezza elevato ma comunque ogni piccolo intervento abbassa la vulnerabilità ed è quindi auspicabile.
Dalla semplice verifica possono anche emergere indicazioni importanti sulla presenza di porzioni edilizie particolarmente a rischio, come possono essere le volte sottili nel caso di murature storiche.
Non bisogna però trascurare altri aspetti legati alla vulnerabilità che riguardano invece la persona anziché l'edificio: un malato è più vulnerabile di una sana, così come un neonato lo è più di un adulto.
Su questo c'è poco da fare, ma qualche accortezza è utile. Cosa rende una persona meno vulnerabile? Per esempio avere a portata di mano coperte per il freddo, una torcia, le proprie medicine se si è malati, pannolini per i figli piccoli.

L'ESPOSIZIONE infine dipende essenzialmente dalla propria posizione fisica rispetto a ciò che può nuocere. È questo l'aspetto dove si può intervenire maggiormente. Banalmente, uscire all'esterno ed allontanarsi dall'edificio significa annullare l'esposizione e conseguentemente il rischio: si legga il post precedente al riguardo. Se però il terremoto ci sorprende dentro casa ci sono comunque molti accorgimenti utili per ridurre l'esposizione.
In primo luogo occorre fare attenzione agli oggetti che, in caso di scuotimento, possano investirci. Per esempio, in zona sismica occorre comunque assicurare armadi e mobilio pesante (con le dovute accortezze, vedi il post dedicato), evitare di appendere quadri pesanti sulla testata del letto, non appoggiare suppellettili che cadendo possano costituire un pericolo.
Infine, l'aspetto più delicato è quello delle manomissioni edilizie: provvedere a ristrutturazioni non rigorose coinvolgendo la struttura portante (apertura di porte e finestre, creazione di nicchie, bucature di solaio per scale interne ecc.) è un'operazione esecrabile perchè espone la vita umana ad essere offesa in caso di scuotimento severo.

Leggi altri post sull'argomento terremoto
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- DISCLAIMER: IL CONTENUTO DI QUESTO POST E' UNA RIFLESSIONE SU TEMI INERENTI L'INGEGNERIA E L'ARCHITETTURA. NON E' PERTANTO ASSIMILABILE AD UN ARTICOLO SCIENTIFICO NE' CONTIENE DISQUISIZIONI ESAUSTIVE SUGLI ARGOMENTI TRATTATI. L'AUTORE NON E' QUINDI RESPONSABILE DELL'UTILIZZO DEI CONTENUTI TRATTATI E DELLE RELATIVE CONCLUSIONI.-

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