venerdì 26 agosto 2016

Ci sarà un'altra scossa?

È una domanda che gira ossessivamente nella mente del terremotato, sia esso colpito in modo diretto, sia esso coinvolto solo psicologicamente perché residente in prossimità delle zone disastrate.
In generale le domande che si ripropongono in modo ossessivo sono quelle che non hanno risposta; o quelle per le quali la risposta esiste ma non è certa.
Nella fattispecie siamo in quest'ultimo caso: la risposta è incerta. E lo diventa ancor di più se viene coniugata dal soggetto di turno, dallo scienziato al politico, dal giornalista al sedicente esperto.
Conviene fissare qualche punto fermo, partendo da base scientifiche ma senza tralasciare un linguaggio semplice.

Anzitutto, il terremoto catastrofico è per sua natura un processo costituito da più eventi singoli. Probabilisticamente tali eventi sono distribuiti in tre fasi: uno sciame anticipatorio, una scossa forte (mainshock) e uno sciame degradante (le cosiddette scosse di assestamento).
Si badi bene, ciò che è probabile non è comunque certo, come dimostra il sisma 2016 dove non c'è stato uno sciame anticipatorio significativo.

In ogni caso questa è una prima conclusione statistica: scosse di assestamento continueranno per  molti mesi, con magnitudo però sempre decrescente sino a rientrare nella normalità. Il problema quindi è solo psicologico, basta abituarsi alle scosse (per esperienza personale per nulla semplice).

Esiste però un altro aspetto del problema, ben più pericoloso e spesso sottovalutato. Parlo della cosiddetta "migrazione dell'epicentro", concetto espresso in varie pubblicazioni della Protezione Civile ma inspiegabilmente mai approfondito.

Bisogna considerare che l'origine del terremoto non è localizzabile in un punto (l'epicentro è solo una convenzione) ma si genera lungo una striscia, consistente in un tratto di faglia che si attiva scorrendo. Il tratto attivatosi con la mainshock è anche quello che causa le scosse di assestamento, meno forti e decrescenti perché ormai una consistente energia si è liberata nell'evento principale.
Il problema tuttavia risiede nella possibilità che si attivino altri tratti della stessa faglia (o in faglie attigue) ancora carichi di energia, producendo quindi altre mainshock con epicentri leggermente spostati ma di grado pari o superiore. Paradossalmente quindi le zone più a rischio in questa circostanza sono quelle geograficamente vicine al luogo del disastro e localizzate sulla stessa linea di faglia.

Un caso storico è quello relativo al grande sisma del 1703.
Il 14 gennaio una scossa catastrofica (stimata in magnitudo 6,8) distrusse una zona localizzata intorno ad Accumuli, Amatrice e Norcia, causando molte vittime. Poche settimane dopo, il 2 febbraio, si verificò una migrazione della mainshock, che provocò un altro terremoto, ugualmente catastrofico e con magnitudo equiparabile. In questa seconda scossa l'epicentro fu localizzato nella zona di Montereale (molto più a sud ma sulla stessa linea di faglia).
In conclusione, esiste un'altissima probabilità di scosse di assestamento nella stessa zona della mainshock di grado decrescente. Esiste però un altro scenario, molto meno probabile ma possibile, per cui si possa verificare un terremoto di eguale o superiore intensità del primo ma spostato geograficamente lungo la linea della stessa faglia.
Ovviamente è bene sottolineare che le situazioni storiche non sono facilmente replicabili e che quindi è assolutamente improbabile che la sequenza del 1703 si ripeta in modo similare, anche in considerazione del fatto che 7 anni fa c'è comunque stato un rilascio energetico importante sulla stessa macrofaglia nel sisma 2009 rendendo la situazione attuale differente.

In ogni caso deve valere l'estrema prudenza unita al buon senso.
Di sicuro non vale la pena la frequentazione degli immobili senza averne valutato lo stato, soprattutto se già danneggiati o senza caratteristiche di antisismicità.

Al proposito, mi piace citare una frase contenuta nei nostri fascicoli dei fabbricati che consegniamo a fine lavori: "conoscere il terremoto non vuol dire sfidarlo: anche se la casa è la più sicura, durante uno sciame o dopo un evento forte non fa scandalo scegliere di dormire in auto".

Leggi altri post sull'argomento terremoto
Visita la sezione dedicata alla sismica del portale

- DISCLAIMER: IL CONTENUTO DI QUESTO POST E' UNA RIFLESSIONE SU TEMI INERENTI L'INGEGNERIA E L'ARCHITETTURA. NON E' PERTANTO ASSIMILABILE AD UN ARTICOLO SCIENTIFICO NE' CONTIENE DISQUISIZIONI ESAUSTIVE SUGLI ARGOMENTI TRATTATI. L'AUTORE NON E' QUINDI RESPONSABILE DELL'UTILIZZO DEI CONTENUTI TRATTATI E DELLE RELATIVE CONCLUSIONI.-

Nessun commento:

Posta un commento

Approfondimenti dal portale